Venezia 73, arrivano Mel Gibson e Andrew Garfield con Hacksaw Rigde

Autore: Elisa Giudici ,

Non solo Andrew Garfield: è un vero e proprio plotone hollywoodiano quello che compare nel film presentato fuori concorso oggi 4 settembre a Venezia. Vince Vaughn, Teresa Palmer, Hugo Weaving e Sam Worthington sono solo alcuni dei protagonisti di Hacksaw Ridge, il film che segna il ritorno alla regia di Mel Gibson.

Garfield e Gibson sono già confermati come superstar del tappeto rosso di stasera, ma non bisogna escludere che portino con sé altri interpreti del cast. 

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Venezia 73, arriva fuori concorso Hacksaw Ridge
La locandina del film

Hacksaw Ridge è tratto da una storia vera con tanto di venatura patriottica statunitense: il protagonista del film è Desmond T. Doss (interpretato da Andrew Garfield), un soldato che partecipò a numerose battaglie durante la Seconda Guerra Mondiale, salvando decine di vite tra i commilitoni, riuscendo a riportali al campo base dopo averli ritrovati feriti gravemente oltre le linee nemiche. 

Sembrerebbe il canovaccio del solito film di guerra, se non fosse che Doss fu tra i primi di quelli che oggi definiremo obiettori di coscienza: guidato dalla sua profonda fede religiosa, si rifiutò fin da subito di imbracciare un fucile e per questo venne picchiato, deriso e processato. Il tribunale militare stabilì che sarebbe andato in guerra, anche se tutelò il suo diritto di non portare con sé armi. Quella se si preannunciava come una morte annunciata divenne invece un leggenda nazionale, un soldato senza armi che salvò numerose vite senza mai sparare un singolo colpo.

Insomma, Mel Gibson ha bruciato Christopher Nolan sul tempo e si accredita come il primo regista anglofono a tornare a parlare e a riflettere sulle grandi e piccole storie della Seconda Guerra Mondiale, in attesa di Dunkirk.

Spira Mirabilis

Dopo tante giornata dedicate dal concorso ai grandi del cinema hollywoodiano finalmente la corsa al Leone d'Oro parla un po' italiano, con una delle inclusioni in gara che ho colto più di sorpresa la stampa. Stiamo parlando di Spira Mirabilis del duo Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, secondo capitolo di un dittico ideale cominciato anni fa con L’infinita Fabbrica del Duomo.

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Si tratta di un documentario dal tema artistico ed esistenziale, sulla falsariga del successo inaspettato di Sacro GRA di Rosi nelle scorse edizioni, realizzato da un sodalizio artistico e umano di documentaristi.

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Rai cinema
Spira Mirabilis è il primo film italiano in gara
Un fotogramma tratto da Spira Mirabilis

Sulla trama in realtà non si sa molto. Massimo D’Anolfi e Martina Parenti hanno spiegato così il loro ultimo lavoro, che si mormora sia stato sottratto all'ultimo alla concorrenza del Festival di Locarno:

L’obiettivo è rendere la grandiosità delle aspirazioni e dell’agire umano, una visione “umanistica” dei registi che mette al centro l’uomo e la i suoi mirabili tentativi di fare i conti con la morte.

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Il film ha come tema l'immortalità, aspirazione umana raccontata attraverso 4 storie provenienti da 4 luoghi molto diversi tra loro. Il titolo fa riferimento a un logaritmo scoperto dal matematico Jackob Bernoulli, che nella sua rappresentazione grafica si avvolge continuamente attorno al proprio polo senza mai raggiungerlo. 

El Ciudadano Ilustre

Il primo rappresentante in concorso della sempre più vitale cinematografica sud americana è il film cileno El Ciudadano Ilustre di Mariano Cohn e Gastón Duprat. La storia è quella di uno scrittore vincitore del premio Nobel, Daniel Mantovani, che ormai vive da anni in Europa, lontano da quel Cile protagonista di tutti i suoi romanzi.

Dopo l'assegnazione del prestigioso riconoscimento viene invitato nel suo paese natale, Salas, per festeggiare l'importante premio e, nonostante sia ormai abituato agli agi e alla mentalità europea, decide di tornare in patria. Il ritorno però non è una celebrazione del profeta in patria e anzi, un crescendo di violenza e contestazione circolano la figura del Nobel, che rivelerà nella terra natia il suo vero carattere.

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Torna il cinema cileno a Venezia 73
La locandina del film

La storia è fittizia, ma mira a scoperchiare le tensioni insite nella natura e nella popolazione cilena. Il film ritrae insomma quelle venature che, sublimate, rendono quella stessa terra un sogno per milioni di lettori, a cui però viene di fatto presentata una versione edulcorata della verità, come si intuisce dal trailer della pellicola. 

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