X-Files: Recensione episodio 11x09. Niente dura per sempre...

Autore: Chiara Poli ,

Il nono e penultimo episodio di questa undicesima stagione di #X-Files ci porta in un ospedale. All’interno di una sala operatoria nella quale si sta praticando una procedura a dir poco invasiva, della quale ci saremmo risparmiati volentieri i dettagli: un espianto di organi evidentemente illegale, interrotto da una misteriosa ragazza armata.

Il tutto, naturalmente, è in linea con lo stile narrativo classico adottato da questa stagione, che ci fa fare un salto indietro nel tempo riportandoci ai bei tempi andati.

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Mentre nella cattedrale di Washington, la partecipazione di Scully a una messa ci ricorda l’importanza della fede sia per il suo personaggio che per l’approccio a tutto ciò che soprannaturale, saltiamo direttamente alla scena del crimine nel Bronx, New York. Mulder e Scully sono al lavoro per indagare sui omicidi perpetrati dalla donna misteriosa… Con un paletto nel cuore dell’espiantatore.

Citando subito i vampiri, Mulder ottiene un dopo vantaggio: fa allontanare la polizia locale e introduce un altro argomento classico nel genere.

Qualcuno che beve il sangue delle vittime, misto agli organi frullati, non fa che avvalorare la tesi dell’occhialuto Mulder.

Citazioni a gogò

La ragazza misteriosa, scopriamo, si chiama Juliet. E i vampiri della situazione, il cui rimando a Dark Shadows (non il film con Johnny Depp, bensì la serie TV degli anni '60) è evidente, sono in realtà adepti del dottor Luvenis, che rendono “normali” persone affette da qualche genere di deformità fisica... In cambio delle loro vite.

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Raccontando a Mulder e a noi l’origine della sua fede, Scully afferma anche di non credere nei miracoli. Cosa che, per una cattolica praticante, non è scontata. Ma se quella praticante è un medico...

Proprio qui sta il centro nevralgico del racconto: il vecchio, caro, amatissimo dai fan contrasto fra scienza e fede, naturale e soprannaturale, medicina e magia.

Kayla, la donna di cui il dottor Luvenis in qualche modo si nutre, viene sacrificata da Barbara e separata da Luvenis, affinché i due se ne possano nutrire. Ma i suoi organi sono già esauriti e la vita eterna - con la giovinezza e la bellezza eterna - si allontana.

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Gli organi delle loro vittime sono elisir di lunga vita, come nella più classica della tradizione letteraria (e storica, vedi la contessa ungherese Erzsébet Báthory, che nel 1500 fu sospettata di aver ucciso oltre seicento giovani donne ritenendo che il loro sangue l'avrebbe mantenuta giovane e bella).

Arrivati alla porta di Juliet (numero 2111, ovvero 11.21 invertito, data del compleanno della moglie di Chris Carter), Mulder e Scully hanno indovinato: Juliet sta cercando di giustiziare i membri della “setta” che avrebbero convinto sua sorella a stare con loro. 

La setta, naturalmente, è quella guidata da Barbara Beaumont - celebre ex cantante e attrice - e dal dottor Luvenis, intenti a crescere i loro “bambini”, cioè i ragazzi prima deformi, per poi servirsi di loro. Ragazzi plagiati a tal punto da offrirsi come vittime sacrificali (durante il bizzarro rituale dell’esibizione canora di Barbara).

Un episodio sufficientemente kitsch e abbastanza splatter non solo da legarsi alla tradizione della serie, ma anche da citarla.

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Da Tooms a 3, da Bad Blood a Hell Money, sono molti gli episodi ai quali Nothing Lasts Forever fa riferimento.

Scienza e fede trovano l'armonia

Dopo oltre venticinque anni, la base stessa di X-Files trova soddisfazione.

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L'eterno conflitto fra la nostra razionalità e il nostro istinto, fra il nostro "voglio credere" e la nostra incapacità di farlo, fra il bisogno di ricondurre tutto a spiegazioni concrete per la paura di ammettere l'esistenza di qualcosa che non possiamo controllare: tutto si è sempre inserito nel rapporto fra Mulder e Scully.

Ora, undici stagioni dopo un episodio pilota che ci lasciava intuire fin dall'inizio quale fosse il vero conflitto della serie, X-Files fa una mossa senza precedenti: ci dice apertamente che la ricetta per la perfezione (o almeno qualcosa che le si avvicini) e per la felicità è la capacità di conciliare la parte istintiva e quella razionale, cuore e cervello, anima e mente. 

La definizione di Scully della preghiera, presentata come una conversazione, se si vuole, o addirittura come un momento di meditazione, chiude il cerchio: l’armonia fra fede e razionalità è ciò che rende Mulder e Scully la coppia perfetta.

Complementari, destinati l’uno all’altra.

Senza rimpianti, senza rinfacciarsi colpe passate.

Pronti per un salto nel buio.

Da fare insieme... E insieme a noi.

Perché niente dura per sempre... Eccetto l'amore dei fan per X-Files.

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