X-Files: la recensione dei primi due episodi

Autore: Chiara Poli ,

Ce lo chiedevamo tutti: come avrebbero giustificato la mancata invasione (con relativa fine del mondo) fissata per il 22 dicembre 2012? Come avrebbero collegato i nuovi episodi con 9 stagioni e 2 film?

Il rischio di fallire c’era (ma non per me: io credo in Chris Carter. Ci credo davvero) e molti fan di #X-Files erano preoccupati. Ma i primi due episodi della #miniserie-evento, trasmessi ieri sera da FOX in prima assoluta e in contemporanea con gli Stati Uniti, hanno fugato ogni dubbio.

La miniserie-evento di X-Files
Fox Mulder, Dana Scully e Tad O'Malley nella miniserie-evento di X-Files

Chris Carter è un genio. Ha riscritto la storia di 202 episodi (duecentodue, lo scrivo in lettere come sugli assegni, così metabolizziamo bene) e 2 film in un episodio che ha ribaltato ogni teoria di Mulder, ogni prova raccolta, ogni sforzo fatto per arrivare a una verità che era solo… Una truffa. Una bugia. Un’illusione per mascherare, attribuendola agli alieni, la crudeltà e la cupidigia degli esseri umani.

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La verità è tutta qui dentro: ci si prende in giro, si gioca su un fenomeno di culto, si saltano i passaggi. Non dovete spiegarci come e perché #Mulder e #Scully sono tornati a lavorare insieme, né perché non stanno insieme. Non dovete farlo perché ci avete colpiti, scioccati e costretti a rivivere tutta la storia di X-Files nella nostra mente, ripercorrendo le tappe di una memoria collettiva che ha scritto la storia della TV.

Avete presente la fine de Il sesto senso? Un anello cade sul pavimento mentre noi siamo costretti a ripercorrere tutto il film nella nostra mente per verificare che tutto torni, per capire ogni passaggio.

Chris Carter, ieri sera, ha fatto la stessa cosa. Ma non dopo un’ora e mezza di film. Dopo 202 episodi e 2 film. Per arrivare là, dove nessuno era mai giunto prima.

Il secondo episodio della miniserie-evento di X-Files
Mulder e Scully in una scena del secondo episodio della miniserie-evento di X-Files

Con un coraggio fuori dal comune, Carter ha rimescolato le carte in tavola. Ci ha regalato due episodi perfetti: uno che non è incentrato sulla mitologia della serie, bensì la riscrive completamente, e uno “standard”. Un cosiddetto episodio “stand alone” di X-Files, con una trama e un caso nuovi, che rimettono in scena Mulder e Scully dopo 16 anni… Come se il tempo si fosse fermato.

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La verità, le cospirazioni e i complotti non sono stati redditizi per Fox Mulder: se Tad O’Malley - che fornisce a Mulder il pretesto per mettere insieme i pezzi del puzzle in un ordine diverso - ha fatto fortuna, Mulder ha combattuto contro un mulino a vento. Per una vita intera. Ora, finalmente, ha aperto gli occhi. Ha capito di essere stato manovrato, manipolato, spinto verso risposte che mascheravano la verità.

Quella verità che, ai tempi di internet (Mulder con uno smartphone in mano fa una certa impressione), riscrive in un attimo la storia degli Stati Uniti. Dall’incidente di Roswell all’11 settembre, dalla crisi economica alle guerre, dall’omicidio di Kennedy al terrorismo. Tutto torna.

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X-Files è tornato, ed è in gran forma. Per confermarci che i mostri veri, quelli umani, hanno rapito e torturato delle donne per usarle come incubatrici. Donne come Scully e Sveta.

Mentre Fox Mulder siede a un tavolo sovrastato da una lampada che sembra tanto la Luna.

Mentre Dana Scully continua a digitare “The Truth Squad with Tad O’Malley” invece di aggiungere il sito ai preferiti. Finezze per ricordarci che Mulder e Scully fanno parte della vecchia scuola, quella delle indagini pre-Google. E per rendere omaggio a noi, che eravamo abituati a vederli lavorare senza il web, e che continueremo a vederli così.

Perché puoi anche ribaltare 9 stagioni di teorie in un colpo solo, ma certe cose non cambiano mai. Dev'essere una specie di magia...

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