I film Marvel e i problemi di un universo narrativo interconnesso

Autore: Mattia Chiappani ,

Superato quello che sembrava essere il picco dell'emergenza sanitaria, con lockdown in tante parti del mondo, sono partiti gli esperimenti per il ritorno alla cosiddetta nuova normalità. Sport, concerti e tutte le attività che sono state interrotte bruscamente dalla pandemia hanno ripreso in qualche modo e il mondo del cinema non fa eccezione. Dopo lunghe battaglie e cambi di data, è arrivato nelle sale Tenet, accompagnato da un'ondata di fiducia verso il ritorno alle sale, mostrando che era effettivamente possibile rilasciare una pellicola nonostante tutto. I risultati però non sono stati esaltanti come si sperava e così è ripartita la danza dei rinvii.

Tantissime pellicole attese per le prossime settimane sono state rimandate al futuro e fra queste anche quelle del Marvel Cinematic Universe. Black Widow, che sarebbe dovuto uscire a inizio novembre è stato spostato al prossimo maggio, e un simile cambio è avvenuto per i due capitoli successivi del MCU Eterni e Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings. Il 2020 sarà quindi il primo anno dal 2009 in cui non ci sarà al cinema una pellicola di questo enorme franchise e l'unico contenuto che il pubblico avrà (stando alle informazioni attuali) sarà la serie TV Disney+ WandaVision.

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Un rimescolamento di carte che potrebbe non concludersi qui. È possibile che in futuro arrivi un rinvio anche per il terzo capitolo di Spider-Man, che per ora dovrebbe debuttare poco dopo l'uscita di Eterni e poco prima di quella di Thor: Love and Thunder. Un eventuale ulteriore cambio di programma costringerebbe il Marvel Cinematic Universe a rimettere tutto in discussione, con un nuovo stravolgimento del calendario. Il problema sta tutto in un aspetto profondo del franchise, che è sempre stato il suo punto di forza, ma che a volte mostra il proprio lato oscuro: l'interconnessione.

Un macchinario pieno di ingranaggi

Disney/Marvel Studios
Poster di Black Widow

Come le idee più rivoluzionarie, l'universo cinematografico Marvel parte da un'aspirazione che in molti ritenevano impossibile. Quello che la Casa delle Idee voleva fare era portare al cinema alcuni dei suoi eroi, presentandoli in film da protagonisti e mostrando piccoli indizi che collegavano le diverse avventure, fino a un grande crossover per farli incontrare tutti. Un progetto dalla scala grandiosa, che non solo è riuscito ma ha ottenuto risultati eccezionali: The Avengers, il primo incontro tra gli eroi più potenti della Terra sul grande schermo ha battuto innumerevoli record, raccogliendo più di un miliardo e mezzo di dollari al box office.

Davanti a ciò, il Marvel Cinematic Universe non si è seduto sugli allori, ma ha voluto rilanciare ulteriormente. I crossover si sono fatti sempre più frequenti e intricati, andando oltre i semplici camei o citazioni. In alcune pellicole vedevano al centro dei team-up di eroi differenti e addirittura Captain America: Civil War portava allo scontro tra quasi tutti i volti principali del franchise, come una sorta di Avengers 2.5. Tutto questo mentre spuntavano nuove serie TV e progetti paralleli che si agganciavano in maniera diversa all'universo.

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Il Marvel Cinematic Universe è diventato quindi una macchina gigantesca, dove i pezzi davvero indipendenti sono pochi. La recente riorganizzazione del lato televisivo (che ha portato alla chiusura di tanti show solo parzialmente legati all'universo più ampio) andava nella direzione di rendere parzialmente più snello il franchise, ma ancora più compatto. Ancora una volta, un progetto ambizioso, che avrebbe portato tantissimi nuovi contenuti agli appassionati, ma che sarebbe stato difficile da gestire in caso di grossi imprevisti. Ed è questo quello che è successo.

Una sfida a Shangai

Disney/Marvel Studios
Capitan America guida l'assalto in Civil War

Rinviare una pellicola non è mai una decisione semplice per uno studio. Scegliere il momento giusto può significare la differenza tra un successo commerciale o un flop. I fattori da tenere in considerazione sono moltissimi, dalle finestre di lancio più o meno remunerative all'eventuale concorrenza nelle sale. Addirittura bisogna tenere conto del tono del film in rapporto alla stagione di uscita: ci sono titoli che sono più estivi e altri più invernali e questo può influire molto sull'accoglienza. Per questo motivo i grandi franchise tendono ad annunciare con grande anticipo le proprie release: è un modo per assicurarsi i posti migliori fin da subito.

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Anche il Marvel Cinematic Universe segue questo iter e anzi è stato uno dei primi a farlo su grande scala. Il problema è che non è un franchise come gli altri. Le saghe cinematografiche tipicamente hanno una visione di breve periodo, con due o tre capitoli successivi annunciati, con uscite annuali. Un'eventuale modifica della release di uno di questi richiederebbe un semplice slittamento degli altri e a volte neanche questo. Per gli eroi della Casa delle Idee invece è tutto estremamente più complesso.

Spostare una release del Marvel Cinematic Universe è come fare una mossa a Jenga o Shangai: ogni movimento smuove la struttura, rischiando di farla collassare su sé stessa. Nei piani iniziali della Fase 4 e 5, il Marvel Cinematic Universe è salito a un ritmo di tre-quattro progetti cinematografici in uscita ogni anno, a cui si aggiungono ulteriori serie TV, per cui ogni cambiamento costringe a rivoluzionare tutto. L'interconnessione a livello narrativo costringe inoltre a tenere conto di ulteriori fattori nella riorganizzazione: c'è un ordine da seguire e alcuni progetti devono necessariamente uscire prima di altri. C'è spazio per qualche modifica, ma non troppe.

Tante teste da mettere d'accordo

Columbia Pictures/Pascal Pictures/Marvel Studios
Tom Holland e Zendaya in Spider-Man: Far From Home

L'interconnessione crea problemi però ben oltre le date di uscita. Il successo del Marvel Cinematic Universe ha portato la propria rete a estendersi ben oltre i confini del franchise. Gli interpreti dei diversi eroi, tipicamente scelti tra attori in ascesa o comunque non troppo noti, diventano rapidamente delle stelle internazionali, richieste a destra e a manca. Per quanto i contratti con i Marvel Studios siano rigidi, è sempre necessario incastrare alla perfezione gli impegni di tantissime persone che hanno agende già fitte. Qualsiasi variazione ai piani può avere un effetto domino non indifferente e bisogna quindi tenere conto delle necessità produttive non solo dei film del franchise ma anche di altri progetti esterni.

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Un caso particolare è quello di Spider-Man. L'ingresso del personaggio nel franchise è stato un traguardo eccezionale raggiunto dai Marvel Studios per la gioia dei fan. Dietro questo però c'è stata una lunga trattativa con Sony Pictures detentrice dei diritti sull'Arrampicamuri, che ha portato a una situazione ibrida, ulteriormente complicata dalla "crisi" del 2019 che per alcune settimane ha fatto temere l'uscita dell'eroe dalla saga.

Non è chiaro quale sia la situazione nei dettagli, ma è evidente che i Marvel Studios non possono fare di Spider-Man ciò che vogliono. Le sue apparizioni nel franchise devono essere programmate con più attenzione, mettendo d'accordo tanti soggetti diversi. I film incentrati sull'eroe sono gli unici dai lontani tempi de L'incredibile Hulk del 2008 che non vedono Kevin Feige come unico produttore, che viene affiancato da Amy Pascal. E ora si paventa la possibilità che l'eroe si muova anche liberamente in progetti del tutto in mano a Sony Pictures. Un equilibrio intricato, che è difficile mantenere.

Una interconnessione che a volte è solo di facciata

Disney/Marvel Studios
Gli eroi su Titano in Avengers: Infinity War

C'è da dire poi che, paradossalmente, il Marvel Cinematic Universe non è mai davvero riuscito a mantenere fede alla propria promessa di un universo interconnesso. O meglio, ci è riuscito alla perfezione con i film, creando una delle narrazioni più intricate e ambiziose della storia del cinema popolare. Appena si allarga l'orizzonte però, l'illusione crolla. Gli show televisivi erano formalmente legati al franchise ma, complici anche questioni di diritti, spesso si trattava solamente di un aspetto più formale che effettivo: qualche riferimento, qualche nome qua e là, ma mai abbastanza da convincere.

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Agents of S.H.I.E.L.D., il primo tentativo di aprire i confini del franchise, era partita con il piede giusto, riportando proprio un personaggio del mondo cinematografico sullo schermo. Con il tempo però i collegamenti si sono fatti sempre più rari fino a un quasi completo scollamento dalla continuity. Soprattutto poi, la connessione mancava proprio tra questi diversi show. Credere che effettivamente Agents of S.H.I.E.L.D. e Daredevil fossero nello stesso universo narrativo richiedeva una sospensione dell'incredulità non indifferente. 

Le ragioni sono probabilmente da ricercare nella frammentazione del franchise. In un periodo in cui il MCU non era ancora la corazzata che è oggi, la sua rete si è allargata tramite l'aiuto di altri soggetti, senza che ci fosse un'unica figura che tirasse le fila. Una lezione che i Marvel Studios hanno dimostrato di aver imparato la lezione, riorganizzandosi negli ultimi mesi e portando tutto sotto il controllo del loro Presidente Kevin Feige, comprese le serie TV. L'obiettivo era creare una narrazione ancora più coesa che attraversasse medium differenti.

La continua lotta per l'attenzione del pubblico

Disney/Marvel Studios
La battaglia in Wakanda in Avengers: Infinity War

Il pericolo che è sempre dietro l'angolo con la crescita della scala del MCU però sta in quanto riuscirà a mantenere l'attenzione del pubblico. Non è solo questione del timore che gli spettatori si stanchino di film sui supereroi, diventati onnipresenti negli ultimi anni, quanto che non riescano a stare dietro a tutta la storia. Avengers: Endgame è stato il capitolo conclusivo di una storia che si sviluppa nell'arco di ben 22 film. Il lavoro attento degli Studios ha fatto in modo che non sia necessario conoscere tutti i titoli precedenti per godersi la storia, ma quanto durerà?

Più il franchise va avanti, più aumenta il numero di film che distribuisce, in senso sia assoluto sia di frequenza annua. Tra questi si inseriscono altrettante serie TV che, al contrario del passato, saranno strettamente legate alle pellicole, ponendo le basi per gli eventi. Questo significa ore e ore di contenuti che i Marvel Studios dovranno realizzare portando avanti il proprio racconto complessivo, ma allo stesso tempo senza renderli inaccessibili per chi non abbia voglia di seguire ogni singolo passaggio o recuperare quelli persi in passato. 

Una lotta continua per l'attenzione, per riuscire a tenere stretti a sé sia il pubblico di appassionati, sia quello generalista. Il tutto senza perdere di qualità, riuscendo sempre a essere accattivanti, divertenti e coinvolgenti, perché quando sei su un piedistallo molto alto basta un passo falso a farti fare una caduta rovinosa.

Ma ne vale la pena?

Disney/Marvel Studios
Robert Downey Jr. come Iron Man in Avengers: Endgame

Giunti a questo punto viene da farsi una domanda: "Ma ne vale davvero la pena?". Creare un universo cinematografico così intricato, che richiede attenzione da ogni angolo, che necessita di manutenzione continua sul set e dietro le quinte, curando ogni aspetto della copertura, cercando di presentare sempre un'immagine perfetta, incrociando tutti i fattori di una macchina enorme, aprendosi a crisi difficili da risolvere in caso di imprevisti. Nonostante tutto, la risposta è .

Da una parte è una mera questione economica. Al netto di tutte le difficoltà e i passi falsi, oggi il Marvel Cinematic Universe è uno dei progetti più remunerativi in assoluto. La classifica dei 20 migliori incassi di sempre al box office contiene sei film del franchise e a questi bisogna aggiungere tutti i guadagni collaterali che arrivano da merchandise, sponsorship e molto altro ancora. Tutto questo successo deve moltissimo proprio a quell'interconnessione, che è stata capace di coinvolgere il pubblico come non mai.

Non è solo questione di soldi però. Il Marvel Cinematic Universe è stato una vera e propria rivoluzione del cinema popolare, anche al di là dei biglietti staccati. L'ambiziosa e intricata Infinity Saga ha lasciato un segno indelebile nella storia e sarà ricordata per decenni. Un impatto di cui i Marvel Studios sono sicuramente orgogliosi e che non sarebbe stato possibile senza quell'attento lavoro di collegamento. Sentire Capitan America gridare "Avengers uniti!" prima dell'ultimo assalto è stata un'emozione unica per il pubblico in tutto il mondo proprio perché dietro c'erano anni e anni di costruzione per arrivare a quel momento, schivando innumerevoli difficoltà.

Una strada complessa, che promette di essere ancora più intricata nel prossimo futuro, ma che ha regalato e si spera regalerà ancora, infinite emozioni al proprio pubblico, soprattutto per chi è cresciuto con le storie di questi fantastici eroi. Sensazioni indimenticabili, che presto o tardi torneremo a vivere, con gli occhi lucidi incollati allo schermo.

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